La costruzione del campo di aviazione di Lugo ebbe inizio a partire dal 1930 a seguito di una legge, presentata alla Camera nel 1927 dall'allora Sottosegretario all’Aeronautica Italo Balbo, che istituiva l’onere della servitù aeronautica e l’obbligo da parte delle amministrazioni provinciali di predisporre a loro spese, nei rispettivi territori, uno o più campi d'aviazione di fortuna “per rendere più sicura l’attività di volo e creare nel Paese quella vera coscienza aeronautica che ancora non esiste”. Nel settembre del 1930 il «Corriere Padano» di Ferrara scriveva che in Provincia di Ravenna esistevano due ottimi campi: uno alla Spreta (Ravenna) e l'altro nella frazione Villa San Martino di Lugo. Quest’ultimo, ultimato nei mesi estivi con una spesa attorno al milione di lire impiegando fino a 500 operai, si estendeva su una superficie di 35 ettari.
L'inaugurazione dell'infrastruttura, presenti le massime cariche del Partito fascista e delle Istituzioni locali, avvenne domenica 16 novembre 1930 con la “I Giornata di propaganda aviatoria”. Da Lugo e dai centri vicini accorsero più di 5.000 persone. L'annunciata Squadriglia da turismo altro non era che la “flotta” dell'«Anonima Romagnola Turismo Aereo» (Arta), società costituita pochi mesi prima da due faentini, Terzo Pasi ed Omero Graziani. Gli aerei, provenienti dal campo di volo della Spreta, erano due Aviatik biposto costruiti nel 1918 come ricognitori militari e ricondizionati 10 anni dopo per uso civile. La robustezza e la grande superficie alare ne facevano macchine affidabili, in grado di operare su piste di ridotte dimensioni. In occasione dell'inaugurazione decollarono ed atterrarono decine di volte ciascuno, con al comando due piloti di provata esperienza: il milanese Sala e il modenese Lancilotti. Portarono in volo 30 fortunati spettatori, estratti a sorte fra i soci del costituendo Aero Club nonché gli studenti meritevoli del Ginnasio “Trisi” e della Scuola di avviamento al lavoro, oltre ad alcuni appartenenti alle organizzazioni giovanili di regime. Eseguì un lungo volo anche Enrico Baracca, padre dell'eroe della Prima guerra mondiale.
Successivamente si costituì a Lugo l'Aero Club locale (dal 1936 rinominato «Reale Unione Nazionale Aeronautica» a seguito della messa al bando delle parole straniere) e si diede vita ad una scuola di pilotaggio. Il 18 novembre 1930 il «Corriere Padano» scrisse: “Sarebbe consigliabile che anche nel campo di fortuna di Lugo fosse installato qualche hangar, rendendo possibile mantenere sempre viva la passione aviatoria tanto sentita nella nostra città che, non bisogna mai dimenticare, è legata al nome dell’Asso degli Assi”. Fortunatamente i due AVIATIK dell'Arta non rientrarono alla Spreta ma restarono a Villa San Martino per assolvere il compito assegnato alle Squadriglie e alle Sezioni da turismo aereo: quello di consentire ai piloti, sia civili che della riserva, di mantenersi in allenamento. Si volle in questo modo formare una massa di giovani pronta all'arruolamento nella Regia Aeronautica in vista dell'assegnazione alle scuole di pilotaggio per conseguire il brevetto militare. I voli continuarono fino alla metà del mese di dicembre dello stesso anno e molti piloti poterono così effettuare le previste dieci ore e riscuotere il premio di mille lire, una somma che coprì abbondantemente la spesa sostenuta.
L’Aero Club Francesco Baracca di Lugo iniziò la propria attività nei primi anni ’50 sull’aeroporto di Lugo di Romagna in località Villa S.Martino. Porta il nome del celebre eroe lughese, asso degli assi e M.O.V.M. della prima guerra mondiale. Primo presidente fu Vittorio Masoli. Negli anni ’60 assunse la presidenza l’avv. Guido Baracca al quale si deve la fondazione della prima Scuola Nazionale Elicotteri e la costruzione dell’attuale pista in asfalto